Dalla Russia con ardore
Il concerto solistico dedicato al violino fu concepito da Pëtr Il’ič Čajkovskij alla fine di uno dei periodi più fecondi della creatività del compositore; egli, infatti, non ancora quarantenne, aveva concluso, nell’arco di un triennio, il Concerto per pianoforte in si bemolle minore, il balletto Il lago dei cigni, la Quarta Sinfonia e l’opera Evgenij Onegin. Nonostante questo concerto sia entrato stabilmente nel repertorio dei più grandi solisti ma anche nell’immaginario collettivo – basti pensare al sensazionale successo arriso, tra il 2009 e il 2010, al bel film di Radu Mihaileanu, Il concerto – le reazioni della critica alla prima esecuzione furono discordi: alle voci di approvazione, si unì la spietata recensione pubblicata da Eduard Hanslick sulla Neue Freie Presse, recensione che ferì Čajkovskij a morte – ma che rimase anche storica per la sua miopia.
A più riprese, nel corso della sua vita, Sergej Rachmaninov fu vittima di profonde crisi creative, che ne frenarono l’attività compositiva per lunghi periodi, anche di diversi anni. Insieme ai clamorosi successi iniziali come pianista e compositore, nei suoi anni giovanili Rachmaninov aveva subito una grave disfatta, causata dall’accoglienza sfavorevole riservata alla sua Prima Sinfonia; la prima esecuzione di questa partitura, nel 1897, fu un fiasco davvero clamoroso. La depressione seguita a questo insuccesso portò Rachmaninov a tre anni di inattività compositiva, poi, grazie anche alle cure dello psicologo Nikolai Dahl, si ebbe un ritorno alla scrittura. Così, durante il biennio 1906-1907, trascorso in gran parte a Dresda, maturò nel compositore l’idea di tornare a scrivere una sinfonia; la partitura fu eseguita per la prima volta a Pietroburgo il 26 gennaio 1908 , riscuotendo un successo caloroso, capace di sanare definitivamente la ferita. Questa partitura, pienamente immersa nella temperie del post-romanticismo, attinge a una tradizione lunga e illustre; l’esempio di una musica fermamente legata al sistema tonale, erede di Čajkovskij e di Rimskij-Korsakov, stabilisce un contatto immediato coll’ascoltatore, che si ritrova felicemente stimolato sul piano emotivo, determinando, così, il perdurante successo di quest’opera.
P. I. Čajkovskij – Concerto in re maggiore per violino e orchestra, op. 35
S. Rachmaninov – Sinfonia n. 2 in mi minore, op. 27
Lunedì 5 novembre, ore 20:30
Teatro Auditorium Manzoni – Via Dè Monari, 1/2 (Bologna)
(Foto: ©Marco Caselli Nirmal)
05/11/2018
Il concerto solistico dedicato al violino fu concepito da Pëtr Il’ič Čajkovskij alla fine di uno dei periodi più fecondi della creatività del compositore; egli, infatti, non ancora quarantenne, aveva concluso, nell’arco di un triennio, il Concerto per pianoforte in si bemolle minore, il balletto Il lago dei cigni, la Quarta Sinfonia e l’opera Evgenij Onegin.
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