Tutto Mendelssohn
Secondo il grande musicologo Alfred Einstein, il fatto che nella musica di Mendelssohn appaia frequentemente, nei movimenti allegri, l’indicazione “con fuoco”, oppure “appassionato” individua senz’altro un preciso gusto romantico; tuttavia, ciò che rende unica la musica di Mendelssohn – e il concerto per violino ne è massimo esempio – è l’estraneità alla drammaticità, al travolgente clima di esaltazione comune ad altri artisti della sua generazione. Questo ha fatto sì che i critici più malevoli abbiano riscontrato una certa superficialità nella musica di Mendelssohn, tendendo a valutarla secondo criteri applicabili a Beethoven o Schumann e facendo il grave errore di confondere “superficialità” e “ leggerezza”, essendo quest’ultima la vera chiave estetica per leggere l’intera opera del compositore.
Quello di Mendelssohn fu definito, invece, molto opportunamente “romanticismo felice” da altri studiosi, e trova una delle sue più alte espressioni nella Sinfonia n. 4 in la maggiore op. 90, detta Italiana perché abbozzata durante il viaggio dell’autore nel nostro paese, protratto dall’autunno 1831 all’estate 1832 e che lo portò da Venezia a Roma, fino a Napoli. A Roma furono principalmente il Pincio, Piazza di Spagna e Trinità dei Monti a suscitare, nelle sue lettere, le frasi di maggiore ammirazione. Tuttavia, la lunga gestazione della sinfonia sembra contraddire l’immagine di un Mendelssohn compositore dalla vena fluente. Da quel soggiorno italiano, altre modifiche e ritocchi furono apportati negli anni seguenti, e solo la morte prematura dell’autore rese definitiva la versione eseguita nel novembre 1849 a Lipsia, con l’orchestra del Gewandhaus, sotto la direzione di Julius Rietz.
F. Mendelssohn Bartholdy – Ouverture da Sogno di una Notte di mezza estate
F. Mendelssohn Bartholdy – Concerto in mi minore per violino e orchestra, op. 64
F. Mendelssohn Bartholdy – Concerto in mi minore per violino e orchestra, op. 64 Sinfonia n. 4 in la maggiore Italiana
Domenica 13 Gennaio, ore 20:30
Teatro Auditorium Manzoni – Via Dè Monari, 1/2 (Bologna)
(Foto: ©Marco Caselli Nirmal)
05/11/2018
Il concerto solistico dedicato al violino fu concepito da Pëtr Il’ič Čajkovskij alla fine di uno dei periodi più fecondi della creatività del compositore; egli, infatti, non ancora quarantenne, aveva concluso, nell’arco di un triennio, il Concerto per pianoforte in si bemolle minore, il balletto Il lago dei cigni, la Quarta Sinfonia e l’opera Evgenij Onegin.
11/12/2018
Edvard Grieg contribuì in modo essenziale alla conoscenza e alla diffusione, in Europa, della musica popolare norvegese; egli fu esponente di spicco delle cosiddette Scuole nazionali che, nella seconda metà dell’Ottocento, costituirono l’elemento di novità principale della musica europea.
01/01/2019
Anche quest’anno si conferma un imperdibile appuntamento bolognese: il concerto di Capodanno della nostra Orchestra.
13/01/2019
Secondo il grande musicologo Alfred Einstein, il fatto che nella musica di Mendelssohn appaia frequentemente, nei movimenti allegri, l'indicazione “con fuoco”, oppure “appassionato” individua senz’altro un preciso gusto romantico;
18/02/2019
La vicenda di Coriolano, narrata da Plutarco nelle Vite parallele, aveva già ispirato, fra le altre, l'omonima tragedia di Shakespeare, autore carissimo a Beethoven.
25/03/2019
Nonostante Pëtr Il'ič Čajkovskij fosse un ottimo pianista, il pianoforte non fu mai al centro dei suoi interessi di compositore. Il concerto in si bemolle minore resta, dunque, l'unico lavoro pianistico entrato a far parte stabilmente dei capolavori del musicista russo;
15/04/2019
Omaggio a Gioachino Rossini Il giovane talento rossiniano si espresse già nel 1804 nelle Sonate a quattro: in tutto e per tutto dei quartetti per archi, seppure dall’organico insolito con un contrabbasso al posto della viola, furono composte per la comitiva di amici guidata proprio dal contrabbassista Triossi.
13/05/2019
Nel 1924 il giovane George Gershwin propose un brano stupefacente, osteggiato in pari misura col successo crescente che il pubblico gli decretava. Questo perché, per la prima volta, un musicista, proveniente dal mondo extra-colto, proponeva una composizione in cui si combinavano la tradizione classica e la musica jazz, ma anche il blues. Insomma, questo brano è una vera e propria commistione di generi (musica colta e musica di consumo) e culture (bianca e nera).
08/06/2019
Rossini davanti a un ritratto di Mozart scrisse: “Egli fu l'ammirazione della mia giovinezza, la disperazione della mia maturità, e la consolazione della mia vecchiaia”.