Omaggio a Gioachino Rossini
Il giovane talento rossiniano si espresse già nel 1804 nelle Sonate a quattro: in tutto e per tutto dei quartetti per archi, seppure dall’organico insolito con un contrabbasso al posto della viola, furono composte per la comitiva di amici guidata proprio dal contrabbassista Triossi. Rossini stesso, cinquant’anni dopo, appose sull’autografo la seguente dichiarazione:
Parti di Violino Primo, Violino Secondo, Violoncello, Contrabbasso; e questo di Sei Sonate orrende Da me composte alla Villeggiatura (presso Ravenna) del mio amico mecenate Agostino Triossi alla età la più Infantile non avendo preso neppure una Lezione di Accompagnamento: il Tutto Composto e Copiato in Tre giorni ed eseguito cagnescamente dal Triossi Contrabbasso, Morini (di Lui Cugino) Primo Violino, il fratello di questo Violoncello ed il Secondo violino da me stesso, che ero per dir vero il meno Cane.
Le Sonate subirono nell’Ottocento varie trascrizioni, dal quartetto di fiati all’orchestra d’archi; la moderna fortuna esecutiva della raccolta, invece, data da quando Alfredo Casella scoprì a Washington, presso la Library of Congress, le parti originali complete. Le Sonate, al contrario dei lavori per il teatro, non furono composizioni particolarmente note o apprezzate, all’epoca di Rossini e il fatto che ne girassero delle trascrizioni, non contribuì ad accrescerne prestigio e diffusione presso i contemporanei.
Tuttavia, nell’Ottocento, la pratica della trascrizione, come quella per strumento solista e archi – pensata per evidenziare le doti di grandi virtuosi, come il famoso flautista Giulio Briccialdi – fu strumento importantissimo di divulgazione, garantendo in luoghi non deputati alle grandi rappresentazioni musicali, come le opere e i concerti, la diffusione di composizioni che altrimenti sarebbero state, in epoca di non riproducibilità tecnica dell’arte, precluse ai più.
Sonata a Quattro n. 1
Fantasia sulla Gazza Ladra
Fantasia sul Barbiere di Siviglia
Ouverture del Barbiere di Siviglia
Sonata a Quattro n. 3
Fantasia su Guglielmo Tell
Lunedì 15 Aprile 2019 – ore 20.30
Teatro Auditorium Manzoni – Via Dè Monari, 1/2 (Bologna)
05/11/2018
Il concerto solistico dedicato al violino fu concepito da Pëtr Il’ič Čajkovskij alla fine di uno dei periodi più fecondi della creatività del compositore; egli, infatti, non ancora quarantenne, aveva concluso, nell’arco di un triennio, il Concerto per pianoforte in si bemolle minore, il balletto Il lago dei cigni, la Quarta Sinfonia e l’opera Evgenij Onegin.
11/12/2018
Edvard Grieg contribuì in modo essenziale alla conoscenza e alla diffusione, in Europa, della musica popolare norvegese; egli fu esponente di spicco delle cosiddette Scuole nazionali che, nella seconda metà dell’Ottocento, costituirono l’elemento di novità principale della musica europea.
01/01/2019
Anche quest’anno si conferma un imperdibile appuntamento bolognese: il concerto di Capodanno della nostra Orchestra.
13/01/2019
Secondo il grande musicologo Alfred Einstein, il fatto che nella musica di Mendelssohn appaia frequentemente, nei movimenti allegri, l'indicazione “con fuoco”, oppure “appassionato” individua senz’altro un preciso gusto romantico;
18/02/2019
La vicenda di Coriolano, narrata da Plutarco nelle Vite parallele, aveva già ispirato, fra le altre, l'omonima tragedia di Shakespeare, autore carissimo a Beethoven.
25/03/2019
Nonostante Pëtr Il'ič Čajkovskij fosse un ottimo pianista, il pianoforte non fu mai al centro dei suoi interessi di compositore. Il concerto in si bemolle minore resta, dunque, l'unico lavoro pianistico entrato a far parte stabilmente dei capolavori del musicista russo;
15/04/2019
Omaggio a Gioachino Rossini Il giovane talento rossiniano si espresse già nel 1804 nelle Sonate a quattro: in tutto e per tutto dei quartetti per archi, seppure dall’organico insolito con un contrabbasso al posto della viola, furono composte per la comitiva di amici guidata proprio dal contrabbassista Triossi.
13/05/2019
Nel 1924 il giovane George Gershwin propose un brano stupefacente, osteggiato in pari misura col successo crescente che il pubblico gli decretava. Questo perché, per la prima volta, un musicista, proveniente dal mondo extra-colto, proponeva una composizione in cui si combinavano la tradizione classica e la musica jazz, ma anche il blues. Insomma, questo brano è una vera e propria commistione di generi (musica colta e musica di consumo) e culture (bianca e nera).
08/06/2019
Rossini davanti a un ritratto di Mozart scrisse: “Egli fu l'ammirazione della mia giovinezza, la disperazione della mia maturità, e la consolazione della mia vecchiaia”.