Colori nordici.
Nella formazione di Jean Sibelius, era stato prioritario lo studio del violino, tanto che ancora intorno ai vent’anni non aveva rinunciato del tutto a una possibile carriera di concertista. Quando decise di abbandonare definitivamente l’attività di solista per quella di compositore, gli rimase la predilezione per questo strumento, il solo al quale, non a caso, dedicò l’unico concerto solista, quello in re minore op. 47. Sibelius lo compose fra il 1903 e il 1904, cercando di racchiudervi tutto quanto sapeva in fatto di tecnica violinistica: il risultato, però, fu quello di scoraggiare tutti gli esecutori interpellati, tranne il giovane violinista boemo Victor Novàcek, che eseguì il concerto, sotto la direzione dell’autore, a Helsinki, 1’8 febbraio 1904; tuttavia, l’inesperienza dell’interprete procurarono all’esecuzione un’accoglienza così fredda da spingere il compositore a una severa revisione dell’opera. Sibelius approfittò anche dell’occasion per potenziare le parti più liriche, soffocate, nella prima stesura, da eccessi di virtuosismo. Finalmente, nel 1905, a Berlino, la nuova partitura del concerto poté ottenere il successo che meritava; questa volta, però, gli interpreti erano il violinista Karl Halir e, sul podio, “un certo” Richard Strauss.
Il 30 dicembre 1877, Hans Richter diresse, a Vienna la prima esecuzione della Seconda Sinfonia di Brahms, accolta, a differenza della precedente, presentata circa un anno prima, da un immediato successo. La composizione dei suoi primi lavori sinfonici era stata tormentata da esitazioni e ripensamenti, richiedendo periodi lunghissimi d’incubazione – dieci anni per il Primo Concerto per pianoforte, quasi vent’anni per la Prima Sinfonia. Brahms scrisse, invece, la sua Seconda Sinfonia quasi di getto, nell’estate del 1877, durante le vacanze trascorse in Carinzia; essa è caratterizzata da gioiosità e serenità, da una semplicità che esprime un vero senso di pace. Il pubblico e la critica contemporanei tentarono di definire meglio questo carattere: alcuni, per il suo spirito melodico, la definirono “l’ultima sinfonia di Schubert”, altri la giudicarono “mozartiana” per la trasparenza della sua orchestrazione; i viennesi in omaggio al fascino della loro città, la soprannominarono “sinfonia viennese” e lo stesso compositore, infine, la definì come “una piccola sinfonia gaia e innocente”.
Lunedì 16 aprile, ore 21:00
Teatro Auditorium Manzoni – Via Dè Monari, 1/2 (Bologna)
05/11/2018
Il concerto solistico dedicato al violino fu concepito da Pëtr Il’ič Čajkovskij alla fine di uno dei periodi più fecondi della creatività del compositore; egli, infatti, non ancora quarantenne, aveva concluso, nell’arco di un triennio, il Concerto per pianoforte in si bemolle minore, il balletto Il lago dei cigni, la Quarta Sinfonia e l’opera Evgenij Onegin.
11/12/2018
Edvard Grieg contribuì in modo essenziale alla conoscenza e alla diffusione, in Europa, della musica popolare norvegese; egli fu esponente di spicco delle cosiddette Scuole nazionali che, nella seconda metà dell’Ottocento, costituirono l’elemento di novità principale della musica europea.
01/01/2019
Anche quest’anno si conferma un imperdibile appuntamento bolognese: il concerto di Capodanno della nostra Orchestra.
13/01/2019
Secondo il grande musicologo Alfred Einstein, il fatto che nella musica di Mendelssohn appaia frequentemente, nei movimenti allegri, l'indicazione “con fuoco”, oppure “appassionato” individua senz’altro un preciso gusto romantico;
18/02/2019
La vicenda di Coriolano, narrata da Plutarco nelle Vite parallele, aveva già ispirato, fra le altre, l'omonima tragedia di Shakespeare, autore carissimo a Beethoven.
25/03/2019
Nonostante Pëtr Il'ič Čajkovskij fosse un ottimo pianista, il pianoforte non fu mai al centro dei suoi interessi di compositore. Il concerto in si bemolle minore resta, dunque, l'unico lavoro pianistico entrato a far parte stabilmente dei capolavori del musicista russo;
15/04/2019
Omaggio a Gioachino Rossini Il giovane talento rossiniano si espresse già nel 1804 nelle Sonate a quattro: in tutto e per tutto dei quartetti per archi, seppure dall’organico insolito con un contrabbasso al posto della viola, furono composte per la comitiva di amici guidata proprio dal contrabbassista Triossi.
13/05/2019
Nel 1924 il giovane George Gershwin propose un brano stupefacente, osteggiato in pari misura col successo crescente che il pubblico gli decretava. Questo perché, per la prima volta, un musicista, proveniente dal mondo extra-colto, proponeva una composizione in cui si combinavano la tradizione classica e la musica jazz, ma anche il blues. Insomma, questo brano è una vera e propria commistione di generi (musica colta e musica di consumo) e culture (bianca e nera).
08/06/2019
Rossini davanti a un ritratto di Mozart scrisse: “Egli fu l'ammirazione della mia giovinezza, la disperazione della mia maturità, e la consolazione della mia vecchiaia”.