16/04/2018

Gustavo Gimeno - Direttore
Sarah Chang  – Violino

Colori nordici.

Nella formazione di Jean Sibelius, era stato prioritario lo studio del violino, tanto che ancora intorno ai vent’anni non aveva rinunciato del tutto a una possibile carriera di concertista. Quando decise di abbandonare definitivamente l’attività di solista per quella di compositore, gli rimase la predilezione per questo strumento, il solo al quale, non a caso, dedicò l’unico concerto solista, quello in re minore op. 47. Sibelius lo compose fra il 1903 e il 1904, cercando di racchiudervi tutto quanto sapeva in fatto di tecnica violinistica: il risultato, però, fu quello di scoraggiare tutti gli esecutori interpellati, tranne il giovane violinista boemo Victor Novàcek, che eseguì il concerto, sotto la direzione dell’autore, a Helsinki, 1’8 febbraio 1904; tuttavia, l’inesperienza dell’interprete procurarono all’esecuzione un’accoglienza così fredda da spingere il compositore a una severa revisione dell’opera. Sibelius approfittò anche dell’occasion per potenziare le parti più liriche, soffocate, nella prima stesura, da eccessi di virtuosismo. Finalmente, nel 1905, a Berlino, la nuova partitura del concerto poté ottenere il successo che meritava; questa volta, però, gli interpreti erano il violinista Karl Halir e, sul podio, “un certo” Richard Strauss.

Il 30 dicembre 1877, Hans Richter diresse, a Vienna la prima esecuzione della Seconda Sinfonia di Brahms, accolta, a differenza della precedente, presentata circa un anno prima, da un immediato successo. La composizione dei suoi primi lavori sinfonici era stata tormentata da esitazioni e ripensamenti, richiedendo periodi lunghissimi d’incubazione – dieci anni per il Primo Concerto per pianoforte, quasi vent’anni per la Prima Sinfonia. Brahms scrisse, invece, la sua Seconda Sinfonia quasi di getto, nell’estate del 1877, durante le vacanze trascorse in Carinzia; essa è caratterizzata da gioiosità e serenità, da una semplicità che esprime un vero senso di pace. Il pubblico e la critica contemporanei tentarono di definire meglio questo carattere: alcuni, per il suo spirito melodico, la definirono “l’ultima sinfonia di Schubert”, altri la giudicarono “mozartiana” per la trasparenza della sua orchestrazione; i viennesi in omaggio al fascino della loro città, la soprannominarono “sinfonia viennese” e lo stesso compositore, infine, la definì come “una piccola sinfonia gaia e innocente”.

  • J. Sibelius – Concerto per violino e orchestra in re minore, op. 47

  • J. Brahms – Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 73

Lunedì 16 aprile, ore 21:00
Teatro Auditorium Manzoni – Via Dè Monari, 1/2 (Bologna)

Gustavo Gimeno
Gustavo Gimeno Direttore
Dalla stagione 2015, Gustavo Gimeno ha assunto la carica di Direttore Musicale dell’Orchestra Filarmonica del Lussemburgo, recentemente prolungato fino al 2022. Oltre agli impegni da direttore musicale in Lussemburgo, Gustavo Gimeno ha collaborato con orchestre tra cui la Münchner Philharmoniker, la WDR Symphony Orchestra di Colonia, i Wiener Symphoniker, la Dallas Symphony Orchestra, la Cleveland Orchestra, la City of Birmingham Symphony Orchestra, l’Orchestre National de France, la Filarmonica di Rotterdam, la Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam. Nella stagione 2016/17, Gimeno ha debuttato con la Boston Symphony Orchestra, la Chicago Symphony Orchestra, la National Symphony Orchestra di Washington, la NHK Symphony Orchestra di Tokyo e l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia.
Nel 2015, Gustavo Gimeno ha debuttato nel teatro d’opera, dirigendo Norma di Bellini all’Opera di Valencia. Nel marzo del 2017 ha diretto Simon Boccanegra di Verdi in Lussemburgo.
Nato a Valencia, Gustavo Gimeno ha iniziato la sua carriera internazionale nel 2012, quando era membro della Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam, in qualità di assistente
di Mariss Jansons. Esperienze di grande valore e di crescita significativa sono state anche i ruoli di assistente a Bernard Haitink e Claudio Abbado.
(Foto: ©Marco Borggreve)
Sarah Chang
Sarah Chang Violino
Sarah Chang è internazionalmente riconosciuta come una delle più grandi violiniste al mondo.
A partire dal suo debutto avvenuto con la New York Philharmonic all’età di otto anni, è apparsa al fianco dei maggiori direttori e pianisti, accompagnata dalle più importanti orchestre, nell’ambito di una straordinaria carriera ormai ventennale.
Sarah Chang è regolarmente ospite presso le maggiori compagini nordamericane: New York Philharmonic Orchestra, Los Angeles Philharmonic Orchestra, Philadelphia Orchestra, San Francisco Symphony Orchestra, Chicago Symphony Orchestra, National Symphony Orchestra di Washington, Boston Symphony Orchestra, Cleveland Symphony. I suoi impegni europei hanno incluso concerti con i Berliner Philharmoniker, i Wiener Philharmoniker, la London Symphony Orchestra, la Philharmonia di Londra, la London PhilharmonicOrchestra e la Royal Philharmonic Orchestra di Londra..
In ambito cameristico, Sarah Chang vanta collaborazioni con illustri interpreti: Pinchas Zukerman, Yefim Bronfman, Leif Ove Andsnes, Yo-Yo Ma, Isaac Stern, Wolfgang Sawallisch.
Le più recenti registrazioni realizzate da Sarah Chang per EMI Classics , comprendono i concerti per violino e orchestra di Brahms e Bruch con Kurt Masur e la Dresdner Philharmoniker – quest’opera ha rappresentato il suo ventesimo album per EMI – due concerti per violino di Prokofiev e di Šostakovič, con i Berliner Philharmoniker diretti da Simon Rattle, il concerto di Dvořák con la London Symphony Orchestra per la direzione di Colin Davis.
Nel 2006, Sarah Chang è stata premiata come una delle “20 Top Women” dalla rivista Newsweek e nel 2008, è stata premiata come giovane leader mondiale dal World Economic Forum (WEF) in virtù dei suoi risultati professionali, l’impegno per la società e per il futuro della musica nel mondo.
(Foto: Cliff Watt)

05/11/2018

Il concerto solistico dedicato al violino fu concepito da Pëtr Il’ič Čajkovskij alla fine di uno dei periodi più fecondi della creatività del compositore; egli, infatti, non ancora quarantenne, aveva concluso, nell’arco di un triennio, il Concerto per pianoforte in si bemolle minore, il balletto Il lago dei cigni, la Quarta Sinfonia e l’opera Evgenij Onegin.

11/12/2018

Edvard Grieg contribuì in modo essenziale alla conoscenza e alla diffusione, in Europa, della musica popolare norvegese; egli fu esponente di spicco delle cosiddette Scuole nazionali che, nella seconda metà dell’Ottocento, costituirono l’elemento di novità principale della musica europea.

13/01/2019

Secondo il grande musicologo Alfred Einstein, il fatto che nella musica di Mendelssohn appaia frequentemente, nei movimenti allegri, l'indicazione “con fuoco”, oppure “appassionato” individua senz’altro un preciso gusto romantico;

18/02/2019

La vicenda di Coriolano, narrata da Plutarco nelle Vite parallele, aveva già ispirato, fra le altre, l'omonima tragedia di Shakespeare, autore carissimo a Beethoven.

25/03/2019

Nonostante Pëtr Il'ič Čajkovskij fosse un ottimo pianista, il pianoforte non fu mai al centro dei suoi interessi di compositore. Il concerto in si bemolle minore resta, dunque, l'unico lavoro pianistico entrato a far parte stabilmente dei capolavori del musicista russo;

15/04/2019

Omaggio a Gioachino Rossini Il giovane talento rossiniano si espresse già nel 1804 nelle Sonate a quattro: in tutto e per tutto dei quartetti per archi, seppure dall’organico insolito con un contrabbasso al posto della viola, furono composte per la comitiva di amici guidata proprio dal contrabbassista Triossi. 

13/05/2019

Nel 1924 il giovane George Gershwin propose un brano stupefacente, osteggiato in pari misura col successo crescente che il pubblico gli decretava. Questo perché, per la prima volta, un musicista, proveniente dal mondo extra-colto, proponeva una composizione in cui si combinavano la tradizione classica e la musica jazz, ma anche il blues. Insomma, questo brano è una vera e propria commistione di generi (musica colta e musica di consumo) e culture (bianca e nera).

08/06/2019

Rossini davanti a un ritratto di Mozart scrisse: “Egli fu l'ammirazione della mia giovinezza, la disperazione della mia maturità, e la consolazione della mia vecchiaia”.

2018-09-20T14:49:36+02:00
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