il meccanismo della musica
Il Concerto in sol, composto nel 1931 è opera della maturità, degli anni in cui Maurice Ravel, famoso in tutto il mondo (erano passati due anni dal Bolero), riceveva in tutto il mondo riconoscimenti, che culminarono nella laurea honoris causa offerta dall’università di Oxford. Anche per questi continui impegni che lo distraevano dalla sua attività, in questo periodo il musicista francese compose poco e a fatica: i due concerti per pianoforte e una raccolta di tre liriche su testo di Paul Morand furono le sue ultime composizioni. Con il Concerto in sol, molto classico dal punto di vista della struttura formale, Ravel si allontanò dalle sperimentazioni musicali dell’epoca, pensando al mondo ideale di Mozart e Haydn.
La grande passione di Ravel per i meccanismi e gli orologi sembra riverberarsi nell’accostamento alla Sinfonia ‘’L’Orologio’’ di Haydn, nona tra le dodici sinfonie dette londinesi perché scritte durante i due soggiorni del musicista nella capitale britannica. Essa fu presentata in concerto il 3 marzo 1794, durante la nuova serie dei dodici Concerti Salomon, dal nome del celebre impresario. Il titolo della Sinfonia è dato dalla scansione ritmica dell’Andante, che imita il ticchettio di un orologio a pendolo, con effetti sorprendenti. E per originalità inventiva la n. 101 è certamente una delle più tipiche sinfonie di Haydn, dove la semplicità e il nitore della scrittura si conciliano con la capacità del compositore di stupire e divertire.
M. Ravel – Concerto per pianoforte e orchestra in sol maggiore
F. J. Haydn – Sinfonia n. 101 in re maggiore “L’orologio”
Lunedì 21 Febbraio 2022 , ore 20:30
Teatro Auditorium Manzoni – Via Dè Monari, 1/2 (Bologna)
21/02/22
Il Concerto in sol, composto nel 1931 è opera della maturità, degli anni in cui Maurice Ravel, famoso in tutto il mondo, riceveva riconoscimenti che culminarono nella laurea honoris causa offerta dall’università di Oxford.
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Il Doppio Concerto brahmsiano nacque nell'estate 1887 sulle rive del lago Thun come omaggio all’amico e grande violinista Joseph Joachim
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Nel suo Concerto in la minore, Robert Schumann cercò di fondere in una singola opera tutte le idee e le possibilità espressive che lo atterrivano nella creazione di un lavoro di grandi proporzioni.
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Max Bruch, grande amico di Brahms, oltre a essere un compositore di tutto rispetto, fu in possesso evidentemente di facoltà premonitrici fuori dal comune, se rileggiamo una sua intervista del 1907