Russi da esposizione
Nonostante Pëtr Il’ič Čajkovskij fosse un ottimo pianista, il pianoforte non fu mai al centro dei suoi interessi di compositore. Il concerto in si bemolle minore resta, dunque, l’unico lavoro pianistico entrato a far parte stabilmente dei capolavori del musicista russo; non solo, esso ha assunto nell’immaginario popolare i tratti del “tipico” concerto romantico, divenendo rappresentativo di uno stile caratterizzato da grande espressività e da forte impatto emotivo. Il virtuosismo strumentale, a volte brillante, a volte drammatico, lo rende erede, a pieno titolo, del pianismo di Franz Liszt.
Quadri di un’esposizione – composizione originariamente concepita per pianoforte – rappresenta un percorso ideale in cui si alternano pagine didascaliche e descrittive (quadri) con brevi momenti musicali che indicano lo spostamento del visitatore da una sala all’altra (Promenade). In realtà, l’autore utilizza impressioni iconografiche per creare con forza visionaria alcuni quadri musicali autonomi, a loro volta espressione di determinati modelli: il gusto per le scene popolari, il mondo della fiaba e dell’infanzia, il senso del grottesco, e quello del macabro, la concezione mitica della storia e della tradizione russa. Nel 1922, Maurice Ravel trascrisse con immenso successo l’opera di Musorgskij per farne una versione orchestrale, riuscendo a rispettare fedelmente spirito e testo dell’originale, tanto da diventare un vero classico.
M. Musorgskij – Preludio da Kovanshcina
P. I. Čajkovskij – Concerto in si bemolle minore per pianoforte e orchestra, op. 23
M. Musorgskij – Quadri di un’esposizione
Lunedì 25 Marzo 2019, ore 20:30
Teatro Auditorium Manzoni – Via Dè Monari, 1/2 (Bologna)
(Foto: ©Marco Caselli Nirmal)
05/11/2018
Il concerto solistico dedicato al violino fu concepito da Pëtr Il’ič Čajkovskij alla fine di uno dei periodi più fecondi della creatività del compositore; egli, infatti, non ancora quarantenne, aveva concluso, nell’arco di un triennio, il Concerto per pianoforte in si bemolle minore, il balletto Il lago dei cigni, la Quarta Sinfonia e l’opera Evgenij Onegin.
11/12/2018
Edvard Grieg contribuì in modo essenziale alla conoscenza e alla diffusione, in Europa, della musica popolare norvegese; egli fu esponente di spicco delle cosiddette Scuole nazionali che, nella seconda metà dell’Ottocento, costituirono l’elemento di novità principale della musica europea.
01/01/2019
Anche quest’anno si conferma un imperdibile appuntamento bolognese: il concerto di Capodanno della nostra Orchestra.
13/01/2019
Secondo il grande musicologo Alfred Einstein, il fatto che nella musica di Mendelssohn appaia frequentemente, nei movimenti allegri, l'indicazione “con fuoco”, oppure “appassionato” individua senz’altro un preciso gusto romantico;
18/02/2019
La vicenda di Coriolano, narrata da Plutarco nelle Vite parallele, aveva già ispirato, fra le altre, l'omonima tragedia di Shakespeare, autore carissimo a Beethoven.
25/03/2019
Nonostante Pëtr Il'ič Čajkovskij fosse un ottimo pianista, il pianoforte non fu mai al centro dei suoi interessi di compositore. Il concerto in si bemolle minore resta, dunque, l'unico lavoro pianistico entrato a far parte stabilmente dei capolavori del musicista russo;
15/04/2019
Omaggio a Gioachino Rossini Il giovane talento rossiniano si espresse già nel 1804 nelle Sonate a quattro: in tutto e per tutto dei quartetti per archi, seppure dall’organico insolito con un contrabbasso al posto della viola, furono composte per la comitiva di amici guidata proprio dal contrabbassista Triossi.
13/05/2019
Nel 1924 il giovane George Gershwin propose un brano stupefacente, osteggiato in pari misura col successo crescente che il pubblico gli decretava. Questo perché, per la prima volta, un musicista, proveniente dal mondo extra-colto, proponeva una composizione in cui si combinavano la tradizione classica e la musica jazz, ma anche il blues. Insomma, questo brano è una vera e propria commistione di generi (musica colta e musica di consumo) e culture (bianca e nera).
08/06/2019
Rossini davanti a un ritratto di Mozart scrisse: “Egli fu l'ammirazione della mia giovinezza, la disperazione della mia maturità, e la consolazione della mia vecchiaia”.