In una lettera a Nadežda von Meck, sua grande mecenate e dedicataria della Quarta Sinfonia, Caikovskij scrisse nel febbraio del1878, descrivendo il programma del primo movimento dell’opera: «L’introduzione contiene il germe di tutta una vita, il fato è la forza inesorabile che impedisce alle nostre speranze di felicità di avverarsi», per concludere, ancora più amaramente «Non esiste un porto. Si naviga su quel mare finché esso non ci inghiotte e non ci sommerge nelle sue profondità».
Una breve introduzione, affidata a una fanfara di fiati – come uno squillo di trombe del giudizio – costituisce il motto di tutta la sinfonia, una sorta di tema conduttore che ritorna ciclicamente in tutto il movimento iniziale e poi ancora in quello finale. Si tratta del tema del Fato, che sfocia in un Moderato con anima, aperto da un malinconico tema in tempo di valzer. Questo è ampiamente sviluppato e inframmezzato da echi del motto iniziale, prima dell’ingresso di un nuovo tema, più sereno e luminoso. Da qui parte una complessa progressione che arriva a un parossistico crescendo, culminante in un’ultima citazione del primo tema e alla chiusura del movimento in tempo Più mosso. Allegro vivo.