Il Finale della Quarta Sinfonia si apre con una festa rustica, quasi violenta nella sua ricca energia. Quello spirito inesorabile del Fato che dominava nel primo movimento sembrerebbe lontano. In realtà, questa liberazione era un’illusione, anzi: proprio nello spirito di generale allegria, il riapparire della malinconia, della nostalgia, della inanità del nostro stesso essere, sono ancora più dolorosi, proprio perché vissuti in prima persona nel disinteresse circostante. Tuttavia, la Sinfonia finisce con un chiaro invito a vincere l’angoscia interiore, calandosi pienamente nell’energia del mondo.
Questo movimento, dunque, si basa sul contrasto tra il tema d’esordio, vitale e impetuoso e il secondo tema, cantabile, ricavato da una canzone popolare russa. Con un andamento di rondò i due temi si rincorrono più volte, finché non irrompe, improvvisa, la già nota fanfara, simbolo del Fato e della sua forza grandiosa e minacciosa. Nella vorticosa coda, però, riesce a prevalere un’elettrizzante vitalità che permette alla sinfonia di terminare in modo travolgente.